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Codice: EL0831.04 | Prezzo: 50,00 €
Codice: EL0866.02 | Prezzo: 25,00 €
Codice: EL0842.02 | Prezzo: 230,00 €
Codice: EL0853.03 | Prezzo: 50,00 €
Codice: EL0867.02 | Prezzo: 25,00 €
Corsi: 1 - 5 su 5
Il rischio elettrico è il rischio dovuto al contatto diretto o indiretto con una parte attiva e non protetta di un impianto elettrico, così come il rischio d'incendio o esplosione derivanti dal pessimo stato di manutenzione o dall'imperizia nell'impiego di impianti e strumentazione (D.Lg. 81/2008). Si tratta dunque di un potenziale rischio a cui vanno incontro tutti i cosiddetti operatori elettrici: elettricisti, impiantisti, istallatori, addetti alla manutenzione, ma anche quei lavoratori che operano in prossimità di impianti o fonti elettriche, anche se non intervengono direttamente su di essi.
La valutazione del rischio elettrico è un obbligo esplicitamente introdotto dal Titolo III del D. Lgs. 81/08. Sebbene l'obbligo di valutare tutti i rischi fosse già presente nel D. Lgs. 626/94, l'odierna articolazione del D. Lgs. 81/08 specifica dei criteri per la valutazione del rischio elettrico e per l'identificazione delle misure di sicurezza, anche con riferimento alla "pertinente normativa tecnica" (tra le quali, attualmente, le norme CEI 11-27 edizione IV del 2014 e CEI 50110-1 edizione III del 2014). Gli aspetti relativi agli obblighi delle aziende, e alle misure preventive e protettive, sono definiti all’interno del D.Lgs 81/08, negli articoli dall’80 all’87.
Il Titolo III del D. Lgs. 81/08, al Capo III “Impianti e apparecchiature elettriche”, riprende e sviluppa gli obblighi del datore di lavoro connessi alla presenza e alla valutazione del rischio elettrico. Nello specifico, c’è l’esplicito obbligo di valutare i rischi di natura elettrica connessi con la presenza di impianti e apparecchi elettrici, tenendo in considerazione tre principali aspetti:
Il decreto legislativo 81/2008 prevede che l'esecuzione di lavori su parti in tensione sia affidata a lavoratori riconosciuti idonei dal datore di lavoro secondo le indicazioni della normativa tecnica.
I corsi di rischio elettrico hanno l’obiettivo di fornire al lavoratore le conoscenze teoriche e pratiche relative al rischio elettrico su parti in tensione.
Secondo quanto previsto dalla norma CEI 11-27, il corso di formazione per gli addetti ai lavori elettrici si compone di una parte teorica della durata minima di 14 ore e di una parte pratica la cui durata minima non è espressamente definita dalla norma in quanto tale formazione deve essere valutata in relazione all’esperienza pregressa dell’addetto ai lavori elettrici e alle caratteristiche di ogni specifica realtà aziendale.
La parte teorica può essere erogata anche in modalità eLearning.
Il datore di lavoro, a conclusione del corso di formazione e sulla base degli altri elementi già in suo possesso (grado di esperienza nei lavori su impianti elettrici fuori tensione o in prossimità, e/o su impianti elettrici in bassa tensione sotto tensione, affidabilità della persona, senso di responsabilità, eccetera), conferirà, ai sensi della Norma CEI EN 50110 - 1 e della Norma CEI 11 - 27, il riconoscimento di Persona esperta (PES) o di Persona avvertita (PAV), nonché l'attestazione della "Idoneità" a svolgere lavori "sotto tensione su impianti a bassa tensione".
Il Decreto legislativo 81/2008 prevede, al comma 6 dell'articolo 37, che la "formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti deve essere periodicamente ripetuta in relazione all'evoluzione dei rischi o all'insorgenza di nuovi rischi".
La norma CEI 11-27:2014 non indica un percorso specifico in merito all’aggiornamento della formazione PES PAV, né tantomeno stabilisce una scadenza specifica.
È comunque prassi consolidata che l’aggiornamento PES PAV venga erogato ogni cinque anni (in analogia con le periodicità indicate per l’aggiornamento degli altri corsi in materia di salute e sicurezza sul lavoro), fatti salvi i casi di evoluzioni normative sulla sicurezza elettrica, modifica delle mansioni o introduzione di nuove attrezzature o tecnologie di lavoro relative ai lavori elettrici.
I corsi di aggiornamento per le qualifiche PES PAV possono essere erogati anche in modalità eLearning.
Le figure professionali introdotte dalla Norma CEI 11-27 sono:
Un pre-requisito per la valutazione del rischio elettrico è la rispondenza degli impianti elettrici ai requisiti di legge, ossia la realizzazione degli impianti secondo la “regola dell’arte”. La verifica di conformità degli impiantiè un’attività che deve essere svolta a monte della valutazione del rischio elettrico e, se non dà luogo ad un riscontro positivo, determina già una condizione di rischio per i lavoratori.
Per garantire la conformità degli impianti elettrici il datore di lavoro dovrà:
Per effettuare la valutazione del rischio elettrico per i lavoratori "Addetti ai lavori elettrici" e per la scelta delle misure di sicurezza, il datore di lavoro dovrà riferirsi alle indicazioni rintracciabili nelle norme CEI 11-27 (IV EDIZIONE del 2014) e CEI 50110-1 (III EDIZIONE del 2014). Il Datore di Lavoro dovrà quindi non solo valutare i rischi, ed in particolare il Rischio Elettrico, individuando precise procedure di lavoro in sicurezza, ma anche assegnare precisi ruoli e responsabilità ai soggetti che rivestiranno queste funzioni, con evidenti compiti organizzativi e di supervisione nell'esecuzione di lavori elettrici che dovranno svolgersi in conformità alla normativa vigente. E’ opportuno ricordare che una valutazione accurata del rischio elettrico deve essere periodicamente rivista anche in base a variazioni dei processi lavorativi che possano apportare un aumento della richiesta di energia, e quindi un potenziale sovraccarico dell’impianto.
L’articolo 80 del D.Lgs 81/08, indica le diverse tipologie di pericolo riferite al rischio elettrico, distinguendo tra contatto elettrico diretto (quando la scarica viene trasmessa al corpo direttamente da una fonte di energia) e quello indiretto (quando vi è passaggio di corrente attraverso un elemento conduttore come può essere l’acqua o un metallo). Gli eventuali danni all’organismo che possono verificarsi in seguito ad un incidente di natura elettrica, variano in base alla durata dell’esposizione, alla frequenza ed all’intensità della corrente. Si parla quindi di folgorazione (o elettrocuzione) quando vi è passaggio di corrente attraverso il corpo, in questo caso si possono manifestare danni cardiaci (fibrillazione), muscolari (tetanizzazione) e nervosi con seria compromissione delle funzioni sensitive e motorie.
Danni meno significativi si possono avere per contatti brevi o per correnti di bassa intensità, sono generalmente localizzati nel punto di contatto e possono manifestarsi con ustioni locali o ipersensibilizzazione della zona colpita dalla scarica.
Elettrocuzione è il nome corretto del fenomeno meglio conosciuto come "scossa" elettrica, cioè condizione di contatto tra corpo umano ed elementi in tensione con attraversamento del corpo da parte della corrente.Condizione necessaria perché avvenga l'elettrocuzione è che la corrente abbia rispetto al corpo un punto di entrata e un punto di uscita. Il punto di entrata è di norma la zona di contatto con la parte in tensione. Il punto di uscita è la zona del corpo che entra in contatto con altri conduttori consentendo la circolazione della corrente all'interno dell'organismo seguendo un dato percorso. In altre parole, se accidentalmente le dita della mano toccano una parte in tensione ma l'organismo è isolato da terra (scarpe di gomma) e non vi è altro contatto con corpi estranei, non si verifica la condizione di passaggio della corrente e non si registra alcun incidente. Mentre se la medesima circostanza si verifica a piedi nudi si avrà elettrocuzione con circolazione della corrente nel percorso che va dalla mano verso il piede, in tal caso punto di uscita.La gravità delle conseguenze dell'elettrocuzione dipende dall'intensità della corrente che attraversa l'organismo, dalla durata di tale evento, dagli organi coinvolti nel percorso e dalle condizioni del soggetto.
Il corpo umano è un conduttore che consente il passaggio della corrente offrendo, nel contempo, una certa resistenza a tale passaggio. Minore è la resistenza, maggiore risulta la quantità di corrente che lo attraversa. Detta resistenza non è quantificabile in quanto varia da soggetto a soggetto, anche in funzione delle differenti condizioni in cui il medesimo soggetto si può trovare al momento del contatto. Molteplici sono i fattori che concorrono a definirla e che in sostanza non consentono di creare un parametro di riferimento comune che risulti attendibile. Tra essi vi è il sesso, l'età, le condizioni in cui si trova la pelle (la resistenza è offerta quasi totalmente da essa), la sudorazione, le condizioni ambientali, gli indumenti interposti, la resistenza interna che varia da persona a persona, le condizioni fisiche del momento, il tessuto e gli organi incontrati nel percorso della corrente dal punto di entrata al punto di uscita.
La tetanizzazione è il fenomeno che per eguale effetto, prende il nome da una malattia di natura diversa. In condizioni normali, la contrazione muscolare è regolata da impulsi elettrici trasmessi, attraverso i nervi, ad una placca di collegamento tra nervo e muscolo, detta placca neuromuscolare. L'attraversamento del corpo da parte di correnti superiori provoca, a certi livelli di intensità, fenomeni indesiderati di contrazione incontrollabile che determinano in modo reversibile l'impossibilità di reagire alla contrazione. Ad esempio il contatto tra un conduttore in tensione e il palmo della mano determina la chiusura indesiderata e incontrollabile della mano che rimane per questo attaccata al punto di contatto. Questa è la tetanizzazione.
La respirazione avviene mediante inspirazione e successiva espirazione di un certo volume di aria che si ripete in condizioni normali circa 12-14 volte al minuto. I singoli atti respiratori avvengono per la contrazione dei muscoli intercostali e del diaframma che con il loro movimento variano il volume della cassa toracica. Durante l'elettrocuzione per i medesimi motivi che determinano la tetanizzazione i muscoli si contraggono e non consentono l'espansione della cassa toracica impedendo la respirazione. Se non si elimina velocemente la causa della contrazione e se non si pratica in seguito a evento di notevole intensità la respirazione assistita il soggetto colpito muore per asfissia.
Un organo notoriamente delicato quale è il cuore, che basa la propria funzionalità su ritmi dettati da impulsi elettrici, ogni interferenza di natura elettrica può provocare scompensi alla normale azione di pompaggio. In funzione dell'intensità di corrente e della durata del fenomeno accidentale, detta alterazione causa la mancata espulsione dall'organo di sangue ossigenato. Ciò determina il mancato nutrimento in primo luogo del cervello che, a differenza di altri organi non può resistere per più di pochi minuti senza ossigeno, senza risultare danneggiato in modo irreversibile. In questo caso un tempestivo massaggio cardiaco offre qualche possibilità di recuperare l'infortunato, altrimenti destinato a morte sicura.
Sono la conseguenza tanto maggiore quanto maggiore è la resistenza all'attraversamento del corpo da parte della corrente che, per effetto Joule determina uno sviluppo di calore. Normalmente le ustioni si concentrano nel punto di ingresso ed in quello di uscita della corrente dal corpo in quanto la pelle è la parte che offre maggiore resistenza. Come per gli altri casi la gravità delle conseguenze sono funzione dell'intensità di corrente e della durata del fenomeno.