Negli anni il numero delle donne presente negli ambienti di lavoro è notevolmente aumentato. Sono quindi stati studiati approfonditamente i fattori di rischio (in particolare, relativi ad agenti chimici, fisici e biologici) che possono avere effetti negativi sulla salute delle lavoratrici e/o dei loro bambini.
Di seguito vedete i principali fattori di rischio correlati agli effetti sulla salute riproduttiva e classificati da INAIL:
Quando in azienda è presente una donna in stato interessante, il datore di lavoro deve - in collaborazione con il medico competente, il responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP) consultato il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS) - identificare le mansioni/lavorazioni vietate per la gravidanza e/o l’allattamento. Inoltre deve, integrare il proprio Documento di valutazione dei rischi (DVR) con l’analisi e l’identificazione delle operazioni incompatibili, indicando per ognuna di tali mansioni a rischio le misure di prevenzione e protezione che intende adottare nel caso di gravidanza:
Il compito del Datore di lavoro è quindi quello di informare tutte le lavoratrici in età fertile dei risultati della valutazione dei rischi e della necessità di segnalare lo stato di gravidanza non appena venga a conoscenza.
05/06/2018