Un nuovo Accordo Unico Stato-Regioni accorperà, rivisiterà e modificherà gli Accordi vigenti in materia di formazione. Su cosa puntare per ridurre gli infortuni? Mega Italia Media presenta un appello per favorire una formazione di qualità.
A quanti è capitato di partecipare a corsi sulla sicurezza con formatori non qualificati/non preparati, con programmi dei corsi non rispettati, con tempi previsti non osservati, con presenze e assenze alla bisogna? O addirittura con attestati inviati a seguito di una semplice autocertificazione in cui si comunica di aver letto e studiato materiali scaricati in precedenza?
Stiamo parlando della cattiva formazione, dei molti percorsi formativi inefficaci e di scarsa qualità che ancora oggi vengono proposti.
Mega Italia Media, una delle società leader nella formazione alla sicurezza in Italia e nello sviluppo di applicazioni tecnologicamente avanzate per la formazione online, lancia un appello, alla luce delle novità normative in materia di formazione, per promuovere la formazione di qualità, sia essa in e-learning e/o frontale.
Lo sviluppo della digitalizzazione e le concezioni riduttive della formazione
L’appello segnala come il recente DL 146/2021, convertito con modificazioni dalla legge n. 215/2021, potrebbe indurre ad una idea infondata e sbagliata per la quale solo la formazione d'aula (“in presenza”) sia formazione efficace, riducendo gli spazi per la digitalizzazione della formazione, in completa controtendenza rispetto al mondo globale della formazione, università incluse.
Ridurre la formazione in e-learning, che in molti casi è l’unico modo per fare formazione in modo tempestivo e aggiornato, è un grave errore di politica della prevenzione e una negazione dello sviluppo tecnologico della formazione, mentre:
In questa situazione ha senso oggi, in materia formativa, tornare al passato e negare la fondamentale importanza, per le aziende e per i singoli, della digitalizzazione della formazione?
Il decreto-legge 146 e il futuro Accordo Unico Stato-Regioni
Il Governo, che ha emanato il Decreto-Legge 146/21, e il Parlamento che lo ha convertito in Legge 215/2021, in base ad una interpretazione letterale dell’articolo 37 comma 7 bis, sembrano escludere la modalità digitale e-learning per la formazione dei preposti (che ora più che mai sono diventati figure fondamentali del sistema della prevenzione).
Esclusione ingiustificata considerando che questa modalità formativa può essere assolutamente idonea anche per questi corsi.
Viceversa nulla è stato innovato per quanto riguarda la formazione delle restanti figure della sicurezza, datori di lavoro, dirigenti, RLS, lavoratori, addetti al primo soccorso e antincendio, per le quali, ma anche per il preposto, disporrà il futuro accordo Unico Stato Regioni.
Accordo che dovrà rivedere anche le modalità di verifica finale dell’apprendimento che potrà essere gestita, fatti salvi miglioramenti sempre possibili, con modalità simili a quelle attuali, ma più evolute. Si potrebbe desumere la possibilità di un obbligo di verifica dell’apprendimento sempre e comunque con la modalità in presenza.
Occorre riflettere, invece, se la presenza non sia un più utile e appropriato requisito fondante dell’addestramento, al quale il nuovo comma 5 dell’articolo 37 del D.Lgs. n. 81/2008 dedica ampia attenzione, e che necessita, questa sì, una più particolareggiata definizione in sede di nuovo Accordo Unico stato Regioni.
Ricordiamo che tutte le più prestigiose università americane, ma pure europee e italiane, ormai da anni fanno partecipare a distanza centinaia di migliaia di studenti da tutto il mondo ai propri corsi, organizzando anche sessioni di esame via telematica e consentendo lo studio attraverso una enorme mole di risorse digitali (lectio magistralis, TED, infografiche, animazioni, videolezioni, simulazioni, esercitazioni, lavori di gruppo, ecc.).
Ma davvero è possibile tornare ad un passato che, peraltro, non è mai stato idilliaco?
L’appello per promuovere la buona formazione
Secondo la legge vigente entro giugno 2022 il nuovo Accordo Unico Stato-Regioni unico metterà insieme tutti gli accordi precedenti (ad oggi tuttora in vigore in tutte le loro parti, e-learning incluso, come ricordato dalla Circolare 1/22 dell’INL) e darà sistematicità alla materia.
In questa situazione è altamente auspicabile che si dia alla formazione a distanza, fatta bene e in modo tecnicamente ineccepibile, il ruolo che gli spetta di diritto nella moderna civiltà digitale in cui tutti viviamo.
Le Parti Sociali e le Istituzioni devono essere consapevoli del valore della formazione digitale: tornare indietro non è possibile, né utile, né vantaggioso e considerare più efficace una modalità formativa rispetto ad un'altra può rappresentare un grave rischio di alimentare la perdurante arretratezza tecnologica del nostro paese.
Un grave rischio anche per il possibile impatto sul mondo delle imprese (oggi già alle prese con gli enormi rincari energetici), sull’ambiente (se si vuole ridurre la CO2, non ha senso rimettere per strada centinaia di migliaia di lavoratori) e infine proprio sulle tante aziende che hanno investito sulla formazione digitale.
In numerose grandi, medie o piccole imprese si utilizzano oggi piattaforme e-learning dedicate alla formazione, piattaforme importanti in un momento storico in cui il reskilling dei collaboratori è la parola chiave per garantire il futuro di ogni attività.
Una ricerca, pubblicata su PuntoSicuro, mostra con chiarezza che dal punto di vista dell’efficacia non solo i percorsi formativi tradizionali in aula e quelli in e-learning sono equiparabili, ma in certi casi il miglioramento raggiunto dai lavoratori formati, per una formazione di tipo teorico, può essere maggiore nella formazione erogata in modalità e-learning.
Come Mega Italia Media, forti della nostra lunga esperienza di formazione di qualità, lanciamo quindi un appello alle Istituzioni e alle Parti Sociali perché nei prossimi mesi non si perda l’occasione, nel nuovo Accordo Stato-Regioni, per favorire tutta la buona formazione sulla sicurezza, sia quella in e-learning che quella in presenza.
Potrebbe essere l’occasione giusta per innalzare davvero il livello della sicurezza in Italia e fornire un contributo effettivo alla riduzione del numero e della gravità degli infortuni e delle malattie professionali, promuovendo la buona organizzazione del lavoro nel modo più efficace possibile.