Lavori in quota

Cosa sono i lavori in quota e perché richiedono precise misure di prevenzione e protezione?

Quando si parla di lavori in quota, il pensiero va subito ai lavori svolti a grandi distanze dal suolo: tetti di edifici, ponteggi a più piani, piattaforme aeree o lavori sopra le fusoliere. Ma un lavoro in quota non è solo tutto questo: anche distanze dal suolo minori possono essere un rischio. Immaginate di salire su una semplice scala a pioli da appoggio: gradino dopo gradino salite e vi allontanate dal terreno. Se la scala è abbastanza lunga, arriverete a un certo punto che la vostra altezza dal suolo supererà i 2 metri. Ecco, questa è la soglia che identifica in modo preciso tutti quei lavori che, indipendentemente dall’attrezzatura utilizzata, espongono a un rischio di caduta e per i quali sono quindi necessarie specifiche misure di prevenzione e protezione, collettive e individuali.Queste attività sono definite dal Decreto legislativo 81 del 2008 come “lavori in quota”.

Ma perché è necessaria una particolare attenzione? In assenza di misure di prevenzione e protezione è sufficiente un attimo di distrazione, una perdita di equilibrio, un malessere o un piede che scivola per provocare una caduta che può avere conseguenze gravissime: le cadute dall’alto sono infatti una delle principali fonti di infortuni mortali o con gravi postumi permanenti e invalidanti.

Ma anche da altezze inferiori una caduta può avere gravi conseguenze: ad esempio, una caduta all’indietro da pochi gradini di altezza di una scala a piattaforma può essere fatale.

Nei lavori in altezza è quindi sempre necessaria la massima attenzione: nel caso di lavori oltre i 2 metri saranno anche necessarie alcune specifiche misure di prevenzione e protezione che vedremo meglio in seguito.


Quali sono le conseguenze di una caduta dall’alto?

Abbiamo accennato alle gravi conseguenze che una caduta dall’alto può provocare. Ma non dobbiamo pensare solo alle cadute dirette verso il suolo: ferite, contusioni, fratture ma anche lesioni agli organi interni possono essere causate da altre conseguenze di una caduta. Innanzitutto, il rischio di collisione con altri ostacoli che si possono incontrare nella traiettoria.

Le conseguenze di caduta, anche da una quota modesta possono infatti essere aggravate dall’urto contro oggetti, strutture, mezzi in movimento o persone. Rischio che può essere presente anche indossando le necessarie protezioni anticaduta. In caso di uso di un’imbracatura collegata con un cordino a un punto fisso non adeguato, ad esempio, si può determinare il cosiddetto “effetto pendolo”: l’oscillazione del corpo ancorato al dispositivo anticaduta, con gravi rischi di collisione contro strutture o oggetti.

Ma pensate anche alle quote più basse: una semplice caduta da pochi gradini può diventare molto pericolosa se invece di un pavimento sgombro su cui prepararsi all’impatto si finisce su un cumulo di materiali taglienti o con bordi spigolosi. Oppure una vostra caduta può provocarne altre, di oggetti o persone.Quindi non si deve pensare solo alle dirette conseguenze, ma valutare sempre con attenzione tutti i rischi.

Ulteriori effetti possono essere causati dall’arresto improvviso del moto di caduta a causa delle sollecitazioni trasmesse al corpo dal dispositivo di protezione(ad esempio nel caso di un’imbracatura): i sistemi di arresto della caduta intervengono infatti a protezione dell’utilizzatore limitando la caduta nel vuoto tramite un dispositivo che decelera e ferma in poco spazio. Queste sollecitazioni vanno a concentrarsi attraverso il bacino sulla colonna vertebrale fino al capo. Inoltre, possono esserci altri rischi per gli organi interni, come il cuore e i polmoni, sottoposti a movimenti interni per effetto della loro inerzia durante l’arresto.

Idispositivi di protezione devono perciò essere attentamente valutati, scelti e utilizzati tenendo conto anche degli effetti dinamici indotti dal loro funzionamento sul corpo di chi li indossa, per ridurli al minimo. Ad esempio, un’imbracatura non indossata correttamente o in modo poco aderente concentra gli effetti della decelerazione solo in pochi punti del corpo, causando ferite o lesioni.

Ma anche quando i dispositivi sono scelti e indossati correttamente rimane un rischio ulteriore causato dalla “sospensione inerte” del corpo dell’utilizzatore al dispositivo di arresto della caduta, rischio che si aggrava all’aumento del tempo di permanenza in questa posizione.

L’operatore deve essere recuperato nel più breve tempo possibile in quanto la sospensione può aggravare ulteriormente le condizioni fisiche dell’operatore, soprattutto se questo non è cosciente: l’imbracatura che sostiene il corpo comporta la compressione dei vasi degli arti inferiori con conseguenze sulla circolazione del sangue, causando anche uno stato di incoscienza. In queste condizioni, si può avere un rapido peggioramento delle funzioni vitali nell’arco di 15-20 minuti. La persona sospesa deve quindi essere recuperata nel più breve tempo possibile, prevedendo per questa operazione specifiche procedure di emergenza.


Come effettuare la valutazione del rischio caduta dall’alto?

Il processo di valutazione del rischio caduta dall’altoha lo scopo innanzitutto di individuare i rischi e quindi di valutare le possibilità per eliminarli alla fontecon misure di prevenzione.A volte basta poco per evitare un incidente: ad esempio, effettuando a terra invece che in posizione elevata il maggior numero possibile di operazioni. Nel caso in cui non sia possibile eliminare completamente i rischi, si adottano delle misure di protezione per controllare i rischi residui dando la precedenza ai provvedimenti di protezione collettiva piuttosto che di protezione individuale. È un preciso obbligo del datore di lavoro scegliere le attrezzature di lavoro più idonee a garantire e mantenere condizioni di lavoro sicure [1].

Nel caso di lavori in quota si dovranno quindi prevedere preferibilmente delle protezioni contro le cadute, cominciando dai sistemi di accesso ai posti di lavoro in quota, come scale con corrimani e altre protezioni anticaduta, che devono essere scelti in rapporto alla frequenza di circolazione, al dislivello e alla durata dell'impiego. Il sistema di accesso adottato deve anche consentirel’evacuazione in caso di emergenza o pericolo imminente [2].

Per arrivare poi alle attrezzature per lavorare in quota, come i ponteggi mobili protetti o le passerelle da installare sulle fusoliere.

Nel caso in cui l'esecuzione di un lavoro richieda l'eliminazione temporanea di un dispositivo di protezione collettiva contro le cadute, ad esempio nel caso delle protezioni mobili, è necessario adottare misure di sicurezza equivalenti ed efficaci prima di continuare il lavoro e segnalare in modo evidente il pericolo. Una volta terminato il lavoro, i dispositivi di protezione collettiva contro le cadute devono essere immediatamente ripristinati [3], altrimenti quel luogo di lavoro diventa a rischio!

Quando questo tipo di protezioni non sono tecnicamente realizzabili, non rimane che prevedere l’uso dei dispositivi di protezione individuale, come linee di ancoraggio e imbracature, ma anche scale o ponti mobili protetti da dispositivi anticaduta retrattili. I DPI devono essere scelti in relazione alla natura e all’entità dei rischi, ma anche alle attività da svolgere. Infatti, poiché non esistono dispostivi di protezione individuale capaci di proteggere dai rischi senza provocare impedimenti, nella scelta del mezzo più adatto si dovrà cercare la migliore soluzione per garantire la massima sicurezza possibile senza causare ulteriori rischi dovuti alla limitazione dei movimenti.

Per lavorare, ma anche per accedere, oltre i 2 metri di quota in sicurezza, perciò, sono sempre necessarie delle misure di protezione, collettive o individuali.


L’uso corretto dei dispositivi di protezione individuale: l’importanza di una formazione adeguata

L’utilizzo di un dispositivo di protezione individuale richiede un’attenzione e una preparazione molto accurata: se le protezioni collettive, come una scala con parapetto, possono compensare eventuali nostri comportamenti, ad esempio una caduta per distrazione o per un inciampo, nel caso di utilizzo di un’imbracatura la sicurezza è nelle nostre mani.Un dispositivo di prevenzione anticaduta è efficace solo se utilizzato correttamente!

Per questo motivo è necessaria una formazione adeguata euno specifico addestramento per consentirci un uso corretto di questi dispositivi di protezione individuale, così come per tutti i DPI classificati di terza categoria [4], tra cui, appunto, quelli anticaduta.

Attenzioni che dovranno essere messe in pratica in ogni luogo oltre i 2 metri di altezza dal suolo ma anche dovunque vediate l’apposita segnaletica: il segnale giallo di pericolo di caduta dall’alto e il segnale blu di obbligo di utilizzo dei dispositivi anticaduta.

In tutti questi luoghi, per evitare rischi aggiuntivi, è inoltre fondamentale l’organizzazione delle attività. Innanzitutto, le autorizzazioni al lavoro: solo chi è specificatamente formato, addestrato e autorizzato può utilizzare le attrezzature per i lavori in quota [5], proprio per evitare che lavoratori inesperti possano compiere operazioni che li espongano a rischi. E non è solo una precauzione, ma è anche un obbligo: i lavoratori, infatti, non devono compiere di “propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori" [6].

E proprio per non compromettere la sicurezza di altri lavoratori, sono di fondamentale importanza il coordinamento e la valutazione del rischio interferenze con altre attività: e se mi cade qualcosa o cado su qualcuno che sta lavorando sotto di me? Oppure, se sposto una scala di accesso mentre è ancora necessaria a un collega di cui ignoro la presenza? Ricordate che la comunicazione è la prima forma di prevenzione: solo con un corretto scambio di informazioni possiamo prevenire queste situazioni.

Non bisogna mai sottovalutare i rischi dei lavori in altezza: dobbiamo pensare alla possibilità di una caduta in ogni nostra condizione. Potremmo essere sicuri di camminare in equilibrio o di lavorare a cavalcioni di una fusoliera, ma se perdiamo lucidità per vari motivi, come un colpo di calore o un malessere? Oppure se improvvisamente siamo abbagliati o siamo colti da vertigini (disturbo che può insorgere negli anni per varie cause, come traumi, circolazione sanguigna alterata o fattori metabolici)? Solo delle protezioni correttamente utilizzate possono prevenire questi rischi. Senza mai dimenticare, inoltre, che per tutti i lavoratori addetti ai lavori in quota è vietato bere alcolici e superalcolici durante l’orario di lavoro ma anchenella pausa pranzo [7].


Come riconoscere i pericoli?

Imparare a riconoscere i pericoli è proprio quanto ci insegna la formazione: ma dobbiamo poi essere noi, ogni giorno, a non far mai calare l’attenzione: è sempre necessario valutare le situazioni di pericolo in tutti gli aspetti, anche quelli meno evidenti, senza concentrarsi solo su quelli più visibili. Un pericolo può nasconderne un altro…

Ad esempio, è inutile bloccare a terra e regolare con attenzione le passerelle e i parapetti estensibili in cima a una scala a piattaforma per accedere a un’ala o una parte della fusoliera di un velivolo in assemblaggio quando poi questa non può sopportare il nostro peso… Oppure è inutile circondare di ponteggi e parapetti un velivolo quando poi si lascia aperta e non segnalata una botola o un’apertura in cima alla fusoliera.

Riconoscere i pericoli significa quindi osservare con cura ogni situazione, senza mai dare nulla per scontato. Ad esempio, prima di salire su una scala a piattaforma dotata di ruote bloccabili, controllate sempre che siano bloccate, anche se vi sembra che sia stata appena utilizzata da qualcun altro: la prudenza non è mai troppa!

È quindi sempre necessario scegliere la soluzione più sicura, senza sottovalutare nessun pericolo. E senza dimenticarci di chi verrà dopo di noi: la botola aperta nella fusoliera potrebbe non essere un pericolo per noi perché stiamo lavorandoci sotto, ma se un collega ignaro arriva e non la vede? Quindi ogni possibile pericolo va sempre eliminato immediatamente. Se non è possibile, va protetta l’area con barriere anticaduta evidenziando accuratamente la situazione di rischio con la specifica segnaletica.

Proteggete sempre anche le zone sottostanti la vostra area di lavoro: il transito sotto ponti sospesi, scale aeree e simili deve essere infatti impedito con barriere o protetto con l'adozione di misure o cautele adeguate [8]. Il rischio di caduta di oggetti o attrezzi è sempre presente, anche con la vostra massima attenzione.

Infine, valutate anche le eventuali condizioni meteorologiche del vostro lavoro in quota: il vento, le basse temperature o la pioggia possono rendere molto scivolose alcune superfici, oppure creare altre condizioni di pericolo. Quindi, se non siete certi delle condizioni, non effettuate il lavoro o chiedete consiglio al vostro RSPP o al vostro responsabile: è un preciso obbligo del datore di lavoro non far effettuare lavori in quota se le condizioni metereologiche mettono in pericolo la sicurezza e la salute dei lavoratori [9].


Sicurezza nei lavori in quota: cosa puoi fare tu?

La formazione, oltre a fornirci gli strumenti e le capacità per individuare i pericoli e saper valutare i rischi, ci fornisce anche le competenze, attraverso l’addestramento [10], per utilizzare in sicurezza le attrezzature e i dispositivi di protezione individuale necessari per ogni specifica attività. Innanzitutto, per essere in grado di scegliere l’attrezzatura e i DPI più efficaci contro le cadute dall’alto adatte a ogni lavoro.

Ogni attrezzatura è progettata con l’obiettivo di eliminare o ridurre al minimo i rischi ma solo se si rispetta l'uso previsto [11] riportato nel manuale di istruzioni. Solo rispettando queste indicazioni e le procedure aziendali, utilizzando quindi ogni attrezzatura o dispositivo di protezione individuale esclusivamente per gli scopi per i quali sono stati costruiti e nelle condizioni e nei modi indicati dal costruttore si può ottenerne un utilizzo sicuro.

Maogni attrezzatura, per conservare nel tempo le sue caratteristiche di sicurezza, deve anche essere opportunamente mantenuta in efficienza [12]. A questo proposito, è necessario effettuare periodici programmi di manutenzione, ma tutti noi possiamo contribuire: ad esempio segnalando attrezzature non perfettamente efficienti, come una barriera mobile danneggiata o un dispositivo di blocco di una scala non più efficiente.

Prima di iniziare qualsiasi lavoro, verificate quindi il buono stato di conservazione, manutenzione ed efficienza di ogni attrezzatura. Non utilizzate mai un’attrezzatura o un dispositivo di protezione, collettivo o individuale, senza essere certi che tutto sia in perfetto ordine. In caso di anomalie o malfunzionamenti non utilizzateli e avvertite immediatamente il vostro responsabile e impedite che altri possano utilizzarli segnalando in modo evidente il pericolo. Ricordate anche che qualsiasi intervento di manutenzione è di specifica competenza solo del personale addestrato e in grado di compiere le operazioni in sicurezza. Quindi non prendete iniziative ma seguite solamente le procedure previste e, se necessario, chiamate gli addetti alla manutenzione.


[1] Articolo 111, comma 1, Decreto Legislativo n. 81 del 2008
[2] Articolo 111, comma 2, Decreto Legislativo n. 81 del 2008
[3] Articolo 111, comma 6, Decreto Legislativo n. 81 del 2008
[4] Articolo 77, comma 4 e 5 Decreto Legislativo n. 81 del 2008
[5] Articolo 71, comma 7, Decreto Legislativo n. 81 del 2008
[6] Articolo 20, comma 2, lettera g) Decreto Legislativo n. 81 del 2008
[7] Articolo 111, comma 7, Decreto Legislativo n. 81 del 2008
[8] Articolo 110, comma 1, Decreto Legislativo n. 81 del 2008
[9] Articolo 111, comma 7, Decreto Legislativo n. 81 del 2008
[10] Articolo 2, comma 1. Lettera cc), Decreto Legislativo n. 81 del 2008
[11] Principi generali, Allegato I, Decreto Legislativo n. 17 del 2010
[12] Articolo 71, comma 4, Decreto Legislativo n. 81 del 2008

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