Cos'è la prevenzione dei rischi residui?

Nonostante l’utilizzo della migliore tecnologia, non sempre è possibile eliminare completamente i rischi.

Sono quindi necessarie delle misure di protezione che tutelino dal rischio residuo. Sempre rispettando il principio fondamentale della precedenza ai provvedimenti di protezione collettiva piuttosto che di protezione individuale, in grado quindi di proteggere chiunque dai possibili rischi di quella specifica situazione.

La prima difesa è la separazione in modo visibile della zona pericolosa [1] in cui è in funzione la macchina o l’attrezzatura dalle altre aree dello stabilimento: si utilizzano barriere fisse nel caso di zone a cui non bisogna accedere o barriere mobili nel caso possa accedervi solo il personale autorizzato e solo con particolari cautele.

Il rispetto di queste delimitazioni e della segnaletica è quindi essenziale per tutelare la salute: oltrepassare una sbarra di delimitazione o non rispettare una segnalazione luminosa accesa sul rosso, anche quando non ci sembra ci siano pericoli, potrebbe invece rivelarsi un errore fatale. Ma anche solo sporgersi all’interno di una zona protetta da barriere o reti potrebbe essere un grave rischio.

Per ulteriore difesa dell’utilizzatore contro i rischi di contatto con parti in movimento o che possono causare lesioni e danni alla salute si utilizzano ripari, protezionifisse o sensori di presenza, cherilevando l’avvicinamento di una persona mettono in sicurezza la macchina. Queste protezioni, ovviamente, non possono essere rimosse in nessun caso durante il normale funzionamento. E tantomeno si può “imbrogliare” un sensore modificandolo, magari per svolgere più “facilmente” un’operazione. Scegli sempre la soluzione più sicura, non la più veloce! Rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo può comportare sanzioni cheprevedono anche l’arresto [2].

In caso di mancato funzionamento delle protezioni o dei dispositivi di sicurezza bisogna esclusivamente seguire le procedure previste e avvisare immediatamente il responsabile di reparto per provvedere al suo ripristino. Nell’attesa astenetevi dal continuare nelle operazioni [3], segnalando in modo visibile l’ulteriore zona pericolosa che si è creata: pensate a chi verrà dopo di voi!

Aggiornate anche i colleghi in arrivo sulla situazione e sulle precauzioni da prendere. Se è necessario per una maggiore sicurezza, azionate anche l'interruttore di emergenza in modo da arrestare il funzionamento della macchina. E se avete dubbi sulla procedura più sicura, chiedete chiarimenti! Se particolari esigenze tecniche, come le tarature o le regolazioni, richiedono che alcune operazioni siano effettuate all’interno della zona pericolosa o con organi in movimento, queste devono essere svolte solo dal personale specificatamente formato, addestrato e autorizzato alla specifica operazione, adottando tutte le cautele necessarie per evitare contatti accidentali, utilizzando anche ulteriori e supplementari dispositivi di protezione collettivi o individuali.

Quando non sono tecnicamente realizzabili misure di protezione collettiva in grado di azzerare il rischio, ad esempio nel caso di macchine che emettono un livello eccessivo di rumore, non rimane che prevedere dei dispositivi di protezione individuale (DPI) per proteggere l’operatore. Questi dispositivi prevedono però per il loro utilizzo una specifica formazione, perché solo se utilizzati correttamente possono proteggere efficacemente.


[1] Articolo 69, comma 1. Lettera c), Decreto Legislativo n. 81 del 2008
[2] Articolo 20, Decreto Legislativo n. 81 del 2008
[3] Articolo 18, comma 1. Lettera m), Decreto Legislativo n. 81 del 2008

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