Le radiazioni ottiche artificiali

Le radiazioni ottiche sono radiazioni elettromagnetiche con una lunghezza d’onda compresa tra 100 nm (nanometro, un milionesimo di millimetro) e 1 mm e possono essere sia naturali che artificiali.

A lunghezze d’onda inferiori a questo intervallo ci sono le radiazioni ionizzanti, oltre la lunghezza d’onda di 1 mm (corrispondente alla frequenza di 300 GHz) vi sono i campi elettromagnetici.

Le radiazioni ottiche artificiali sono definite “coerenti” nel caso dei laser (Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation), sorgenti di radiazione ottica normalmente monocromatiche (una o pochissime lunghezze d’onda) con una elevata direzionalità dell’emissione e una elevata luminosità (brillanza); “non coerenti” tutte le altre radiazioni.

Le radiazioni ottiche possono essere un rischio per la salute, principalmente per gli occhi e la pelle. Pensate al noto effetto di bruciatura causato dal sole (radiazioni ultraviolette) che può arrivare a causare anche delle ustioni o al meno noto, ma ben più grave, tumore della pelle, sempre causato dalle stesse radiazioni.

Le radiazioni ottiche possono anche essere causa di sovraesposizione alla luce visibile con disturbi temporanei quali l’abbagliamento o l’accecamento temporaneo. Oppure possono essere causa di innesco di incendi o esplosioni. Le sorgenti laser, inoltre, possono generare radiazioni di elevatissima intensità, con danni conseguenti anche estremamente gravi.


Danni e lesioni causate dalle radiazioni ottiche

Vediamo nel dettaglio gli effetti sull’organismo delle radiazioni ottiche.

Le radiazioni infrarosse causano un effetto termico, quindi un riscaldamento localizzato, il cui principale effetto è l’accelerazione della comparsa della cataratta (opacizzazione del cristallino). Sono anche possibili danni alla retina ed effetti termici sulla pelle, come le bruciature.

Effetti simili sono causati anche dalle radiazioni ultraviolette (UV), ma in questo caso non come conseguenza del riscaldamento ma come effetto diretto della radiazione che è in grado di causare una reazione fotochimica nelle cellule colpite, provocando danni funzionali o strutturali.

Sono possibili effetti come le congiuntiviti agli occhi, gli eritemi ma anche l’invecchiamento della pelle e l’indebolimento del sistema immunitario fino ad arrivare ai tumori della pelle.

È importante ricordare che, mentre il rischio di danno agli occhi dipende dal livello di esposizione, il rischio per la pelle dipende principalmente dal “fototipo”, che rappresenta la capacità individuale di proteggersi (abbronzandosi) dalle radiazioni ultraviolette.

Anche la luce visibile può causare effetti sull’organismo: dai più evidenti effetti di sovraesposizione con disturbi visivi temporanei, come l’abbagliamento dovuto a sorgenti di forte intensità, ad esempio quelli originati dalla saldatura elettrica, fino a lesioni alla retina causati dall’esposizione alla “luce blu” originata dalla saldatura o dalle lampade ad alogenuri metallici (da non confondersi con le lampade alogene).

Infine, la luce laser, in relazione alla potenza dell’emissione, può essere innocua (i laser di classe 1) oppure causare lesioni alla retina dell’occhio, anche gravi e irreversibili nel caso dei laser di potenza più elevata (classe 3 e 4). I laser di classe 4 possono inoltre causare danni anche nel caso la luce sia riflessa da altre superfici, quindi non solo se si è colpiti dal fascio diretto.

Il tipo di effetti causati dall’esposizione alle radiazioni ottiche dipende quindi dalla lunghezza d’onda della radiazione (luce visibile, radiazioni infrarosse o ultraviolette) mentre dall’intensità dipende la possibilità che questi effetti si verifichino e la loro gravità.

La maggior parte di questi effetti sono “deterministici”, si verificano quindi al superamento di un “valore soglia” e la frequenza e la gravità aumentano con l’aumentare della dose.

La prevenzione di questi effetti può perciò essere attuata riducendo l’esposizione al di sotto della dose soglia.

Altri effetti, come i tumori della pelle, sono invece effetti “stocastici”: la probabilità di comparsa è maggiore se le dosi sono elevate. Non è però stabilita una dose-soglia in quanto qualsiasi esposizione, anche di bassa entità, potrebbe causare l’effetto.

Senza dimenticare che anche in questo caso alcuni individui sono maggiormente sensibili alle radiazioni ottiche, come gli albini e gli individui di fototipo 1 (il più sensibile) per le radiazioni UV o i soggetti affetti da malattie che possono essere aggravate dalle radiazioni ottiche (ad esempio i soggetti epilettici che possono essere stimolati da luci intermittenti). Oppure chi utilizza farmaci fotosensibilizzanti (che reagiscono alla luce causando reazioni dell’organismo, come scottature, eritemi o reazioni allergiche).

Le stesse reazioni possono anche essere provocate dall'applicazione sulla pelle di composti chimici fotosensibilizzanti contenuti in creme o cosmetici.

La sorveglianza sanitaria preventiva permette di valutare queste situazioni esprimendo un giudizio di idoneità alla mansione e verificando periodicamente lo stato di salute.


La valutazione e la prevenzione del rischio radiazioni ottiche

La prevenzione degli effetti sulla salute delle radiazioni ottiche avviene come per gli altri rischi: innanzitutto eliminando o riducendo al minimo le sorgenti di radiazioni ottiche. Quando questo non è tecnicamente possibile, la normativa prevede quindi dei valori limite di esposizione alle radiazioni ottiche per tutelare la salute dei lavoratori. Rispettando questi limiti si renderà impossibile lo sviluppo di effetti deterministici (inferiori alla dose soglia) e si renderà improbabile lo sviluppo degli effetti stocastici.

Presupposto indispensabile per attuare correttamente le misure di protezione è, anche per le radiazioni ottiche, un’adeguata informazione e formazione che permetta di essere coscienti dei rischi.

Attenzioni particolari devono anche essere poste nel caso di attività che potrebbero esporre altre persone alle radiazioni ottiche, in particolare nelle operazioni di saldatura svolte in luoghi non specificatamente allestiti. Prima di iniziare queste attività sarà quindi necessario delimitare le aree di lavoro e allontanare le persone non coinvolte per evitare rischi di interferenza ma soprattutto predisporre idonei schermi di protezione per limitare la diffusione delle radiazioni, senza dimenticare di limitare l’effetto di riflessione su altre superfici o sulle pareti dei locali.

Infine, dove è previsto l’utilizzo di dispositivi di protezione personale, questi devono essere scelti attentamente solo tra quelli che sono in grado di proteggere efficacemente dalla specifica radiazione ottica presente: uno schermo con un filtro ottico della gradazione non adeguata al tipo di saldatura non potrà proteggervi dalle radiazioni ultraviolette, oppure un paio di occhiali laser previsti per una certa classe non potranno proteggervi nel caso di utilizzo di un laser di classe superiore.


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