Strategia che è identica anche per apparecchi e utensili. È quindi necessario progettare l’organizzazione della produzione e individuare le attrezzature più adatte, sempre in collaborazione con i medici competenti, i rappresentanti dei lavoratori e le altre figure aziendali preposte alla gestione della sicurezza. Con una particolare attenzione all’ergonomia [1]: ad esempio valutando tutte quelle operazioni che avrebbero potuto comportare posizioni con rischi di affaticamento o disturbi muscolari, individuando le conseguenti misure di prevenzione e protezione più opportune, comprese le indicazioni sulle posizioni di lavoro e le modalità di impugnatura più corrette. Il compito di tutti i lavoratori sarà quello di rispettare queste indicazioni, utilizzando utensili e apparecchi solo nel modo previsto e solo nella posizione indicata [2].
Nel processo di valutazione dei rischi, ad esempio, è meglio scegliere avvitatori, rivettatrici, trapani e altri utensili portatili in grado di produrre in tutte le condizioni di utilizzo il minor livello possibile di rumore o vibrazioni. Ma anche le modalità stesse di svolgere le operazioni devono essere oggetto di studio per individuare la procedura più efficace e che permette di ridurre l’esposizione degli utilizzatori.
Facendo un altro esempio, nella scelta dei fluidi lubrificanti da taglio o da raffreddamento, è meglio individuare quelli che non contengono agenti irritanti e tossici, oppure ne contengono il minimo possibile: in questo caso bisogna valutare quindi le necessarie ulteriori misure di prevenzione e protezione, come l’aspirazione localizzata per evitare che i fluidi che si nebulizzano nell’utilizzo possano raggiungere l’operatore addetto. Ma è anche necessario prevedere delle periodiche manutenzioni per un ricambio frequente di questi liquidi e un lavaggio dei contenitori per evitare che possano contaminati da batteri.
Dove non è possibile eliminare o ridurre il rischio, ulteriori misure di prevenzione e protezione sono indispensabili per salvaguardare la salute. Tra queste misure troviamo alcuni accorgimenti tecnici per evitare alcuni dei disturbi che abbiamo appena trattato: ad esempio le cappe di aspirazione o gli impianti mobili per l’aspirazione localizzata nel caso di utilizzo di sostanze irritanti o quando le lavorazioni producono polveri.
Solo per fronteggiare l’eventuale rischio residuo che non è stato possibile eliminare con altre misure di prevenzione e protezione, bisogna valutare l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale.
[1] Articolo 15, Decreto Legislativo n. 81 del 2008 [2] Articolo 20, Decreto Legislativo n. 81 del 2008